Andrea Passoni, Giustizia come equità e socialismo liberale

Sebbene John Rawls sia uno dei filosofi più studiati e commentati del secolo scorso, alcuni aspetti del suo pensiero sono rimasti ai margini dell’attenzione accademica. È il caso, per esempio, della sua discussione in tema di “socialismo liberale”, regime che, insieme alla “democrazia proprietaria”, rappresenta per il filosofo americano quell’architettura istituzionale in grado di incarnare nel modo migliore lo spirito della sua giustizia come equità. Anche se questa mancanza può essere giustificata dallo scarso spazio riservato da Rawls stesso a tali questioni, un approfondimento in materia è fondamentale per dare pieno significato al concetto, tanto caro all’autore, di “utopia realistica”.

L’articolo di Andrea Passoni, Giustizia come equità e socialismo liberale, appena pubblicato nell’archivio “Giuliano Marini”,  discute l’idea rawlsiana di socialismo liberale, allo scopo di  dimostrare che può almeno parzialmente riempirsi di significato tramite la promozione e lo sviluppo di un’economia di mercato di tipo cooperativo.

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Szlezák e le dottrine non scritte di Platone: una scheda

L’archivio Marini ospita una scheda di Thomas A. Szlezák. Platon lesen, Stuttgart: Frommann Holzboog Verlag, 1993,  scritta – in questa sede solo con spirito di cura – per rendere disponibile ad accesso aperto la sintesi di un importante testo tuttora non disponibile all’uso pubblico della ragione.
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È nata l’Associazione Italiana per la Scienza Aperta

Logo AisaNostra res agitur: l’uso pubblico della ragione e la valutazione della ricerca riguardano i ricercatori, prima che i commercianti e i burocrati.

Il sito della nuova associazione è ospitato provvisoriamente qui. Volete, anche voi, passare dalle parole ai fatti? Leggete lo statuto: potete aiutarci così.

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Il Fedone di Platone

tetradrakmatonNei colloqui precedenti si erano toccate molte opinioni filosofiche sbagliate, e allora Socrate dice: “Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell’irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull’essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell’essere e subirebbe un grande danno”. L’occidente, da molto tempo, è minacciato da questa avversione contro gli interrogativi fondamentali della sua ragione, e così potrebbe subire solo un grande danno. Il coraggio di aprirsi all’ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica, entra nella disputa del tempo presente. “Non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio”, ha detto Manuele II, partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, all’interlocutore persiano. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell’università.

Non occorre essere teologi  per comprendere l’importanza di questo richiamo al Fedone in un discorso che è stato molto più citato che compreso.  Chi volesse misurarsi coll’opera di Platone può approfittare dell’ipertesto costruito sull’originale greco per l’uso degli studenti di Scienze politiche dell’università di Pisa,  ora a disposizione di tutti qui.

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