Nel marzo 2012, la rivista ad accesso aperto PLoS Computational Biology ha compiuto l’esperimento di pubblicare, con la procedura normale, un articolo di stile enciclopedico, impegnandosi però a caricarne una versione sulla Wikipedia in lingua inglese.
Gli studiosi accademici sono affetti da una peculiare schizofrenia o, meglio, da un’idiozia specializzata. Tutti noi sappiamo, con Weber, che i nostri contribuiti individuali sono destinati a essere superati, e nella nostra ricerca usiamo senza ritegno opere dell’intelligenza collettiva come Wikipedia. Quando si tratta, però, di contribuirvi, ci comportiamo come se un’etichetta di professore ordinario sull’urna delle nostre ceneri esaurisse il senso della nostra vita: tendiamo, dunque, a “pubblicare” in luoghi più costosi e meno frequentati, ma in grado di marchiare i nostri articoli con la nostra individualità.
Plos offre un rimedio a questa contraddizione: l’articolo sulla rivista ha i crismi della peer review tradizionale e rimane legato al suo autore, mentre la versione donata a Wikipedia, collettivizzata, potrà essere elaborata nei consueti modi dell’enciclopedia libera. Nel lungo termine, un effetto collaterale di quest’operazione sarà la possibilità di vedere come, quanto e perché la versione collettiva si differenzierà da quella individuale. Gli auctores antichi – da Omero a Pitagora, da Ippocrate allo stesso Platone – fondavano comunità di conoscenza solo diluendo l’individualità propria e altrui; la rivoluzione telematica, di contro, rendendo facile il fork, permette di rimanere a un tempo autori in un senso moderno e di ambire a diventare auctores all’antica.
La qualità della Wikipedia italiana è oggetto di critiche fondate e di altrettanto fondate ipotesi di miglioramento, che invocano interventi “professionali”. L’espediente di Plos permette di offrirli senza diminuire o ostacolare la contribuzione cosiddetta “amatoriale” che, in un progetto come quello di Wikipedia, deve meritare il massimo rispetto.
Il Bollettino telematico di filosofia politica ha deciso di ripetere l’esperimento di Plos con la Wikipedia italiana e nell’ambito delle scienze umane, mettendo a disposizione le sue pagine per pubblicare, nelle modalità tradizionali, articoli disciplinarmente pertinenti una cui copia sarà destinata a essere donata a Wikipedia. Il nostro primo contributo è la traduzione italiana del saggio di Fichte di cui abbiamo già parlato. E’ inoltre in preparazione un articolo a esso dedicato e siamo pronti a considerare le proposte di altri colleghi.
Una simile iniziativa, già difficile di per sé, lo è a maggior ragione in Italia. Il modello di ricerca di stato confezionato dall’Anvur, perfino in un momento come questo, è costruito prevalentemente se non esclusivamente su database chiusi, editori commerciali, liste oligopolistiche imposte d’autorità. Ma proprio perché la sperimentazione è difficile, è necessario farla, e farla ora: perché l’uso pubblico della ragione applicato allo scopo di migliorare un bene comune dell’informazione dovrebbe essere “meno scientifico” di un marchio apposto da funzionari nominati dal governo?
Spencer Bliven, & Andreas Prlić (2012). Circular Permutation in Proteins PLoS Comput Biol, 8 (3) DOI: 10.1371/journal.pcbi.1002445
Currently, this PLoS Comp Biol article lives on only on the English Wikipedia – would you be interested in helping an Italian version get off the ground?
I am working in the field of humanities, and I am just trying to apply Plos idea to my discipline. However, I believe that it is possible to find a more qualified help among the Italian wikipedians. I am forwarding your suggestion to the Open access mailing list of Wikimedia.it.
I think this is somewhat more difficult with articles in the humanities since the knowledge of the community is often very different than the knowledge of scholars. Also, how does one get past the “no original research” ban?
You are right: in our field the experiment is challenging and therefore worth trying, to test whether and how we are able to change.
We are already producing objects that can take advantage of a public discussion and of a fairly liberal licensing policy: the translations, which are usually full of bugs and uncorrectable until the expiration of their copyright terms. Not by chance, the object of our first experiment is a translation of an essay of Fichte.
As regards as the “no original research” ban, I believe that the simplest solution is splitting articles in two halves: the first one with a review of the state-of-the-art literature, and the second one with the original research, if any. In such a way, the fist part can be uploaded to Wikipedia, while the second part can be mentioned only as a link among others, about the ongoing discussion on the article topics. Will it work? We shall see.