![]() |
L'invenzione della politica |
Ultimo aggiornamento 20 novembre 2002
|
La condanna mediatica
All'inizio della sua autodifesa, Socrate si dice abituato a fare discorsi nel cuore dell'agorà (17c); la sua lexis, il suo modo di esprimersi, è tuttavia diverso da quello dell'oratoria (17c-d) tipica dei luoghi istituzionali del dibattito politico. Socrate ricorda inoltre che le accuse che vengono discusse formalmente nel processo sono già state fatte, informalmente e senza che gli fosse stato possibile difendersi, in altre sedi, e, in particolare, nella commedia di Aristofane. (18a-d)
Socrate allude alla commedia contro di lui usando il linguaggio della procedura processuale: la deformazione della sua immagine da parte di una potenza mediaticamente preponderante è l'esito di un procedimento pubblico che non è sottoposto alle regole procedurali e al contraddittorio di un processo, ma che può ugualmente concludersi con condanne irrevocabili. Aristofane e Socrate, tuttavia, hanno scelto di parlare negli spazi pubblici della cultura e non in quelli delle istituzioni governate da regole formalizzata: Socrate sembra usare un argomento fuorviante quando, con parole accuratamente scelte, cerca di far passare la sua sconfitta in una battaglia culturale come una sconfitta in un processo viziato da ingiustizie procedurali. E' vero che l'efficacia e la portata comunicativa del teatro è di gran lunga superiore a quella del colloquio faccia a faccia usato da Socrate: ma la scelta di questo medium impari è stata sua. Una simile critica, tuttavia, disconosce il fatto che la battaglia culturale perduta da Socrate non finisce nel mondo della cultura, ma conduce direttamente in tribunale. Nella democrazia diretta ateniese questioni politiche e questioni culturali sono una cosa sola; il teatro stesso che Aristofane sapeva usare con tanta intelligenza era quello che oggi chiameremmo un teatro di stato. Erano infatti i magistrati della città a stabilire a quali drammi "dare un coro" - cioè finanziare la rappresentazione - e a quali no. E' dunque inevitabile che argomenti culturali, religiosi, politici e giuridici vengano mescolati. Quando Socrate suggerisce che il suo processo sia già stato celebrato e deciso, ma senza le garanzie di un procedimento formale, presuppone, appunto, questa commistione. |
Pagine collegate:
Apologia: prima parte Le Nuvole di Aristofane Democrazia e partecipazione La libertà degli antichi |