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Il Simposio di Platone |
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Quando Alcibiade ebbe finito di parlare, molti risero per la sua parresia, che lo rivelava ancora innamorato di Socrate (222c).
La parresia o franchezza era una delle virtù tipiche del cittadino democratico ateniese, che nei testi platonici è anche essenziale per la conversazione filosofica: è il coraggio di dire quello che si pensa, a proprio rischio. Alcibiade l'ha qui esercitata, presentando se stesso - giovane, affascinante, aristocratico e di successo - nella parte ridicola di un innamorato respinto, dilaniato da risentimento e ammirazione, che si è lasciato scottare dal fuoco con cui intendeva giocare
Come risponde Socrate all'elogio sincero del suo giovane amico? Anticlimaticamente, trattandolo come un espediente per mettere male fra lui e Agatone (222c ss).
Lo scambio di battute fra i tre viene però bruscamente interrotto dall'ingresso di un altro gruppo di nottambuli, che porta il simposio fuori da ogni controllo (223b). Fedro, Erissimaco e altri prendono congedo; Aristodemo si addormenta per risvegliarsi, confuso, al canto del gallo. I convitati rimasti sono tutti addormentati, tranne Socrate, Agatone e Aristofane, che bevono a turno da una grande coppa, da sinistra a destra, ancora secondo le regole stabilite all'inizio, conducendo una discussione il cui argomento rimane oscuro al narratore, che segue il dibattito solo a tratti (223c). Socrate costringe i due poeti ad ammettere che la stessa persona può comporre tragedie e anche commedie, e che un compositore tragico ha le competenze per essere anche comico. Aristofane crolla addormentato; Agatone lo segue. Socrate, dopo averli messi a dormire, si alza, si reca presso il santuario di Apollo Liceo, fa un bagno e - sempre seguito da Aristodemo - trascorre come di consueto la giornata, rincasando alla sera per riposare (223d).
I mediatori del Simposio sono due ammiratori e seguaci entusiasti di Socrate, che è il cuore del dialogo. Ma Socrate stesso è un personaggio anticlimatico: parla dell'eros riferendo un discorso non suo, e si sottrae all'eros ordinario, pur facendo professione di conoscere soltanto erotika. L'idea dell'unità di tragedia e commedia - di ironia e entusiasmo - è forse una chiave per sciogliere il suo enigma: l'amore platonico non è amore per le persone, neppure nella forma dell'amicizia politica, perché le persone non sono nulla. Solo chi lo capisce può cominciare a imparare. Solo chi lo capisce può diventare qualcuno.
Il Simposio di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/simposio