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Il Simposio di Platone |
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Socrate conclude il suo discorso fra gli applausi. Aristofane avrebbe voluto replicare - Socrate aveva alluso al suo elogio - ma viene interrotto da un rumoroso bussare alla porta e dalle note di una suonatrice di aulos (212c). E' arrivato Alcibiade, ubriaco, con alcuni compagni di baldoria.
Nel 416 a.C. Alcibiade, menzionato anche nel Gorgia come l'eromenos di Socrate, era un giovane politico brillante e ricco di fascino. La parte più equivoca della sua carriera sarebbe cominciata soltanto un anno dopo, con la deliberazione a favore della spedizione siciliana: Atene fu condotta alla catastrofe e Alcibiade a un esilio che lo vide militare alternativamente per tutte le parti in causa nella guerra del Peloponneso, finché gli Spartani non lo fecero ammazzare.
Il suo ingresso ha un effetto anticlimatico - come se Platone, dopo essere asceso retoricamente dall'eros ordinario a quello filosofico, volesse suggerire - fuor di retorica - che le due specie d'amore non sono affatto assimilabili.
Alcibiade, che non si è accorto che c'è anche Socrate, dice di essere venuto per incoronare Agatone (212e). Invitato a rimanere, vede Socrate seduto vicino al più bello della compagnia, Agatone, e gli fa scherzosamente una scena di gelosia (213a-c). Socrate sta al gioco chiedendo ad Agatone di difenderlo dalla sua mania o di aiutarli a riconciliarsi (213d).
Alcibiade differisce la questione e incorona anche Socrate, perché «vince tutti nei discorsi». Quindi, autonominatosi simposiarca, vorrebbe continuare a bere (213e), e fa mescere del vino anche a Socrate, lamentandosi, però, perché nessuno è mai riuscito a farlo ubriacare (214a). Erissimaco, allora, gli ricorda le regole del simposio (214b). Alcibiade esegue la prescrizione del medico; sceglie, però, di non elogiare Eros, bensì lo stesso Socrate, impegnandosi a dire la verità (214d) e invitandolo a interromperlo qualora dicesse qualcosa di falso (214e).
Come nel Protagora, ad Alcibiade spetta il ruolo dello smascheratore di Socrate sulla scena del mondo, oltre il velo dell'ironia. Socrate, a dispetto di quanto dice di sé, è abilissimo nel ragionamento. La sua età e la sua bruttezza gli renderebbero appropriato il ruolo di un erastes che spasima per il giovane e affascinante Alcibiade, ma lui si comporta col distacco di un eromenos che partecipi al gioco senza esserne coinvolto.
La guerra del Peloponneso. libri VI-VII.
Il Simposio di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/simposio