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Il Simposio di Platone |
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Dopo la pausa di Pausania - Apollodoro dice di aver imparato questa isologia dai sophoi 17 - sarebbe stato il turno di Aristofane. Questi, preso dal singhiozzo, chiede al medico Erissimaco di curarlo o di parlare al suo posto (185d).
Erissimaco, dopo avergli prescritto alcuni rimedi, prende la parola.
La distinzione di Pausania fra due specie di Eros è corretta, ma incompleta. La medicina permette di osservare che esso non concerne solo il rapporto delle anime umane con chi è bello, ma opera anche nei corpi di tutti gli animali, in quanto cresce sulla terra e in ogni cosa in generale (186a). Eros - dice Erissimaco riecheggiando Empedocle - agisce su tutto, sia nell'ambito umano sia in quello divino.
E come il sano differisce dal malato, così l'eros di un corpo sano differirà da quello di un corpo malato (186b). La medicina è -fin dai tempi del suo fondatore, Asclepio (186e) - scienza dei rapporti d'amore del corpo per quanto riguarda il riempimento e lo svuotamento (186c) e la diagnostica dell'eros buono e di quello cattivo, allo scopo di ristabilire la concordia fra elementi contrastanti (186d).
In generale, questo vale anche per la ginnastica, l'agricoltura e la mousiké (187a). Lo dice anche Eraclito, sebbene con poca chiarezza: l'Uno «differendo in se stesso si accorda» «come l'armonia dell'arco e della lira» (187a). Questa affermazione può essere interpretata in modo che non sia contraddittoria solo se l'armonia non è un impossibile accordo fra elementi che si oppongono reciprocamente, ma symphonia e omologia fra termini distinti, in grado però di avere una reciproca consonanza (187b). La mousiké, dunque, in quanto conoscenza dell'armonia e del ritmo, è scienza dei fenomeni erotici, proprio come la medicina (187c). Non ci sono due tipi di eros nella composizione - che è teorica -; ci sono, invece, nella parte applicativa, che ha a che fare con gli esseri umani e si suddivide in melopoia (arte della composizione lirica) e in paideia (educazione), dedicata all'impiego appropriato di melodie e metriche già pronte. In questo caso occorre un buon demiourgos (187d), e bisogna preferire l'eros celeste, valendosi con prudenza dell'eros popolare.
Erissimaco associa il primo tipo di eros alla musa Urania; il secondo alla musa Polimnia, che presiede alla poesia sacra e all'eloquenza (187e). In generale, in tutti gli ambiti dell'esistenza, dalla cucina, dall'agricoltura, dalla meteorologia dall'astronomia fino alla religione, l'ordine del mondo è correttamente disposto quando le due specie di eros sono nel giusto equilibrio (188a ss).
La prospettiva di Erissimaco, che consegna interamente alla mousiké - e dunque alla poesia - il compito dell'educazione è lontanissima da quella di Platone. Non a caso nel Protagora appare nella parte dell'ascoltatore di un sofista. Proprio come Protagora non è in grado di indicare la differenza fra la competenza comune e quella sofistica, così dal suo discorso non risulta chiaro in quale misura l'eros celeste vada miscelato con quello popolare e quale sia il criterio che distingue l'uno dall'altro. Il suo discorso, però, aggiunge un altro gradino nella scala di approssimazione alla filosofia: l'eros è un principio cosmico il cui oggetto non è necessariamente umano.
[ 17 ] E' un'allusione ai sofisti, che erano esperti (sophoi) di retorica. Il "dire cose uguali" dell'isologia può essere ricondotto alla figura retorica della paronomasia. Siamo dunque avvertiti che il narratore conosce la retorica.
Il Simposio di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/simposio