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La Repubblica di Platone |
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Socrate si propone di dimostrare che l'anima più felice è quella che ha una organizzazione interna aristocratica, cioè è governata dalla ragione; tutte le altre, secondo l'ordine con cui sono state presentate, godono di un grado via via inferiore di felicità. Secondo la dottrina della tripartizione psichica: con una parte dell'anima l'uomo impara, con una seconda si sdegna, e con la terza subisce numerosi e multiformi appetiti (580d-e). L'anima appetitiva è interessata al denaro, il medium universale per appagare qualsiasi desiderio; l'anima irascibile è interessata alla vittoria e all'onore (timé); l'anima razionale è interessata alla verità, e dunque è amante della sapienza e dell'apprendimento (581a-b).
A questi tre diversi interessi, corrispondono tre differenti tipi di piaceri. L'uomo d'affari dirà che il piacere maggiore è quello del guadagno; l'ambizioso dirà che il denaro è volgare rispetto alla soddisfazione di ricevere onore dagli altri, mentre il filosofo dirà che l'unica cosa che rende felici è il piacere di conoscere e di imparare (581d-e). Come facciamo a stabilire chi dei tre ha ragione?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo bisogno dell'esperienza, della phronesis (discernimento) e del logos. Il filosofo è esposto fin dall'infanzia sia al piacere del lucro, sia al piacere degli onori; la sua esperienza sarà unita alla phronesis, ed egli disporrà del logos, per giudicare queste sue esperienze compiute con uno spirito riflessivo. Per questo, il giudizio del filosofo sarà il più attendibile. Le esperienze dell'avido e dell'ambizioso sono limitate, perché non includono la sperimentazione del sapere. Il piacere di imparare e di conoscere è precluso ad entrambi, ma proprio questa gioia, tipica dell'anima razionale, mette in mano al filosofo gli strumenti con i quali si possono confrontare le diverse forme di vita. Mentre gli altri due piaceri sono esclusivi e incomunicabili, il filosofo sa discutere e riesce ad provare con consapevolezza, per giudicarli, i piaceri degli altri (582b ss).
L'ambizioso e l'avido di denaro, per poter argomentare in modo convincente quale sia il piacere migliore, dovrebbero imparare, conoscere e ragionare: dovrebbero, in una parola, diventare filosofi. La filosofia, come si vede, non comporta un atteggiamento autoritario: la vita del filosofo è la migliore perché questi - a differenza degli avidi e dei carrieristi - condivide le esperienze di tutti e sa discutere con tutti. Il Socrate della Repubblica, in altre parole, non si appella affatto a un ideale di felicità "correttamente inteso" ma attribuisce alla filosofia una superiorità esclusivamente dialettica. La filosofia, cioè, è superiore non perché è naturalmente più piacevole, ma perché è l'unico strumento con il quale sia possibile porre intersoggettivamente il problema della felicità.
La Repubblica 580b-583a.
La Repubblica di Platone
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Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/resp