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La Repubblica di Platone |
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... secondo te, una polis o un esercito o una banda di predoni o di ladri, o qualsiasi altro gruppo di persone che tenti qualche azione ingiusta in comune, potrebbero concludere qualcosa se si facessero reciprocamente ingiustizia? (351c-d)
Socrate cerca di mostrare a Trasimaco che la giustizia è una questione politicamente essenziale, perché essa rende possibile l’azione in comune; e, dal momento che la vita teoretica non è una scelta meramente dottrinaria, ma esistenziale e comunitaria, anch’essa ha bisogno della giustizia. L’ingiustizia è fonte di discordia e rende impossibile agire in comune. Ovunque sorga ingiustizia – in una polis, in un clan, in un esercito, e perfino in una banda di ladri – l’unità che ne è colpita diventa incapace di agire e nemica di se stessa e dei giusti. E lo stesso fenomeno si verificherà nella singola persona ingiusta.
Per descrivere la collettività e la persona internamente conflittuale, Socrate impiega il verbo stasiazo, cui corrisponde il sostantivo stasis, che designa la lotta intestina fra fazioni entro una polis. Ordine politico e ordine interiore sono garantiti da una stessa virtù, la giustizia, che organizza correttamente una pluralità di agenti entro un intero in moto tale che esso operi in armonia (352a ss.). 12
Conseguentemente, Socrate introduce il concetto di ergon di una cosa: lavoro o funzione di una cosa è ciò che essa sola può compiere, o comunque meglio di ogni altra. Funzione degli occhi è il vedere, funzione di una roncola, fabbricata apposta per quello scopo, è potare (352e ss). L’areté è l’eccellenza di una cosa nello svolgere la propria funzione. Funzione dell’anima è amministrare, governare e deliberare (epimeleisthai, archein, bouleuesthai 353d); e la sua areté, cioè l’eccellenza nello svolgimento di questa funzione, è la giustizia. Un'anima giusta è semplicemente un'anima che svolge al meglio la sua funzione, ed è per questo felice.
Trasimaco aveva proposto una definizione della giustizia soltanto politica ed esteriore; Socrate allude a una giustizia che regola allo stesso modo il governo della città e il governo di sé. La giustizia politica di Trasimaco, in quanto mera funzione della forza esteriore, non poteva diventare morale; la giustizia di Socrate, all'opposto, ha l'onere di dimostrare in che modo possa diventare politica.
La Repubblica 350d-354c.
[ 12 ] Questa tesi è anche una tesi sulla conoscenza: se l’ambiente interiore ed esteriore della conoscenza richiede synousìa e dialégesthai, la conoscenza stessa ha bisogno della giustizia, come ha già mostrato la confutazione di Trasimaco.
La Repubblica di Platone
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