![]() |
Il Protagora di Platone |
![]() btfp |
C'era una volta - favoleggia Protagora - un'epoca in cui esistevano gli dei, ma non le specie mortali (320c). 13 Quando giunse il tempo stabilito dal destino per la loro nascita, gli dei le modellarono in seno alla terra, 14 usando la terra stessa, il fuoco e i loro composti. 15 Prima di farle uscire alla luce, incaricarono i due fratelli titani Prometeo ed Epimeteo - i cui nomi contengono rispettivamente il pensiero previdente e il senno del poi - di distribuire in modo appropriato le varie facoltà. Epimeteo si offrì di compiere la distribuzione, lasciando al fratello il compito di rivederla (320d). Convinto Prometeo, il titano cominciò a distribuire fra gli esseri viventi le facoltà connesse alla loro struttura corporea - dimensioni, velocità. forza, artigli, pellicce, pelli, zoccoli, radici, fecondità, dieta - cercando di ottenere un bilanciamento, in modo che nessuna specie si estinguesse (321a). Epimeteo, però, possedendo soltanto il senno del poi, non era completamente sapiente (321b) ed esaurì senza rendersene conto la scorta delle risorse fra gli animali privi di ragione (logos). Prometeo, giunto a controllare, vide che l'uomo era rimasto debole, nudo e indifeso, mentre si approssimava già il giorno in cui sarebbe venuto alla luce (321c). Per permettergli di sopravvivere, rubò rispettivamente ad Athena ed Efesto il sapere tecnico (entechnos sophia) e il fuoco e li donò all'uomo. In questo modo gli esseri umani acquisirono la competenza necessaria per la vita (peri ton bion sophian), ma non quella politica, che, appartenendo a Zeus, era conservata nell'acropoli 16 e sorvegliata da terribili custodi (321d-e).
Così l'uomo divenne partecipe di un destino divino (theia moira). 17 In quanto imparentato con la divinità, fu l'unico essere vivente a riconoscere gli dei e a praticare il culto. Grazie alla sua techne imparò ad articolare la voce in parole e inventò case, sandali, letti, vesti, nonché l'agricoltura (322a). Ma gli uomini continuavano a vivere separati, e non riuscivano a unirsi neppure per difendersi dagli animali feroci perché non avevano la techne politica, di cui è parte anche quella bellica (322b). Allora Zeus, per salvarli dalla rovina, inviò Hermes a portar loro aidos (vergogna) e dike (giustizia) 18 perché costituissero ordinamenti delle città e vincoli di philia che li tenessero insieme. Hermes chiese se doveva distribuire aidos e dike soltanto ad alcuni, come avviene per le technai come la medicina, oppure a tutti (322c). Zeus gli rispose di darle a tutti, perché senza aidos e dike non potrebbe esistere la comunità politica: «istituisci dunque in mio nome una legge per la quale chi non è capace di condividere aidos e dike sia soppresso come una malattia della città» (322d).
[ 13 ] Gli dei, nella visione antica, sono potenze immanenti al mondo, che si distinguono dagli altri esseri viventi - le specie mortali (thneta gene) - in primo luogo per la loro immortalità.
[ 14 ] La nascita dalla terra era un motivo tipico dei miti di fondazione greci, usato anche dal Socrate della Repubblica nel racconto fenicio. Il mito di fondazione del III libro della Repubblica è dichiaratamente falso perché fa passare la cultura, che è un processo storico, come un dato naturale.
[ 15 ] La teoria secondo la quale i due elementi fondamentali sono la terra e il fuoco è di Parmenide (Diogene Laertio, IX, 21).
[ 16 ] L'acropoli era l parte alta delle città greche, anticamente sede del potere politico e del culto religioso. Il mito immagina la sede degli dei dotata, come le città umane, di una parte bassa per le divinità ordinarie e di un'acropoli dove abita il loro re.
[ 17 ] La moira è il destino, in quanto porzione o parte che ci è assegnata nella vita: la moira degli uomini è divina perché è stato dato loro, come parte, un dono della divinità.
[ 18 ] Dike designa la giustizia in senso oggettivo, come complesso di regole di condotta sociali, indipendentemente dalle intenzioni individuali. Nel mito, aidos - la vergogna - fa sì che queste regole vengano, soggettivamente, rispettate.
Il Protagora di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/protagora