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L'Ippia minore di Platone |
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Lasciato indietro Omero, che non può essere interrogato sui suoi versi, Socrate esamina Ippia, che ne ha fatta propria la causa: un bugiardo è come un malato che, per la sua condizione, è impotente a fare qualcosa, oppure è qualcuno che ha la capacità di fare qualcosa? Ippia risponde che un bugiardo è qualcuno che ha la capacità di fare molte cose, e in particolare di ingannare la gente (365d). A renderlo polytropos è la presenza, in lui, di un certo grado di malizia (panourgia) e di intelligenza (phronesis). Ma se il bugiardo è intelligente - fa ammettere Socrate a Ippia - deve sapere quello che fa: sarà dunque da considerarsi sapiente (sophos) e non ignorante (365e).
Quindi - ricapitola Socrate - la tesi di Ippia è la seguente: i bugiardi sono capaci, sapienti, esperti e intelligenti, o, più specificamente, hanno la competenza e la capacità di dire il falso, mentre chi non sa mentire è, in questo campo, incompetente e impotente (366b). Ippia conferma questa tesi; e accetta anche che l'essere bugiardi e l'essere veritieri siano condizioni reciprocamente contrarie (366a). Chi sa mentire volontariamente è una persona che ha le competenze per fare quello che vuole, quando vuole.
Socrate invita Ippia a esaminare un elenco 5 delle scienze di cui si dice esperto:
Ippia si vanta di essere velocissimo nel calcolo aritmetico: ma la stessa competenza e capacità che lo porta a indicare rapidamente il risultato corretto del prodotto di settecento per tre lo renderà anche in grado di mentire su questa operazione in modo più coerente e credibile di chi è ignorante in materia (366d-367a); se la capacità di mentire dipende dalla competenza sul vero, avremo allora, contrariamente a quanto affermato prima, che la stessa persona è bugiarda e verace - che, dunque, non si può sostenere che un uomo sincero sia migliore di un mentitore (367c);
Ippia è esperto anche di geometria: anche in questo caso, può consapevolmente mentire sulle figure geometriche soltanto un buon geometra (367d-e);
Ippia si vanta di essere ancora più esperto nella techne dell'astronomia: ma anche qui a essere capace di dire scientemente il vero e il falso non può essere che il buon astronomo (368a).
La tesi di Socrate suona paradossalmente molto lontana dall'intellettualismo etico socratico-platonico, in quanto sostiene che una stessa competenza è alla base sia della capacità di mentire, sia di quella di dire la verità. Che, quindi, fra il comportamento di chi imbroglia e quello di chi si comporta lealmente non ci sia nessuna differenza cognitiva. Però, per misurare la distanza di questa tesi dall'intellettualismo etico dobbiamo chiederci:
[ 5 ] Aristotele, in Metafisica, V.1025a, dice che Socrate si vale di un procedimento induttivo proprio perché cerca di ricavare una legge universale dall'enumerazione di una serie di casi particolari.
L'Ippia minore di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/ippiaminor