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Lo Ione di Platone |
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Copyright © 2013 Maria Chiara Pievatolo
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08-05-2015
Se riconosciamo l'importanza della scansione cronologica del corpus platonico, lo Ione appartiene al gruppo dei dialoghi giovanili. Numerosi elementi, però, lo collegano alle opere della maturità.
Ione è un rapsodo di Efeso, specializzato nel canto dei poemi di Omero. Dalle prime battute della conversazione con Socrate apprendiamo che è giunto ad Atene da Epidauro, dove ha appena vinto una gara di rapsodia in onore del dio della medicina Asclepio.
Socrate dice di essere invidioso della techne dei rapsodi, sia per lo sfarzo con cui si presentano al pubblico, sia per la loro necessaria familiarità con molti poeti, e soprattutto con il migliore e il più divino di tutti, Omero (530b). I rapsodi, infatti, per esercitare la loro arte, facendosi interpreti del poeta per chi li ascolta, devono comprendere la sua dianoia (pensiero o intelletto) (530c).
Questo elogio, del quale il lettore può sospettare l'ironia, chiarisce in che senso Socrate intende affrontare il suo esame: il poeta è un tecnico che compie un'attività intellettuale. Va dunque considerato - proprio come nella Repubblica e in generale come avviene nelle culture a oralità primaria - per il suo sapere e per il modo in cui lo comunica agli altri. Non abbiamo a che fare con un creatore di mondi immaginari, ma con un ricognitore e un rammemoratore dell'esperienza del reale, che va giudicato alla stessa stregua in cui noi, oggi, giudichiamo i mezzi di comunicazione di massa. Né dobbiamo pensare Ione come un epigono di scarso valore, in quanto ripetitivo: in una cultura orale, Omero vive grazie alla rapsodia. Il suo interprete è parte di lui.
Ione prende sul serio l'elogio di Socrate, riconoscendo se stesso come un tecnico: comprendere Omero è stata la parte più laboriosa della sua techne, che l'ha messo in grado di parlarne meglio di tutti gli altri - meglio anche di Metrodoro di Lampsaco, Stesimbroto di Taso e Glaucone. 1 Socrate, facendo mostra di ammirarlo, allude alla possibilità un'esibizione. Ione, lusingato, afferma di aver tanto abbellito Omero da rendere se stesso meritevole di una corona d'oro da parte degli Omeridi. 2 Ma Socrate non ha solleticato la sua vanità per sentirlo cantare - dice infatti che prima o poi dovrà trovare del tempo libero per ascoltarlo - bensì per metterlo sotto esame su quello che sa (530d).
Socrate, secondo una strategia retorica adottata in molti dialoghi platonici, prende le mosse da quello che l'interlocutore, di volta in volta, è e crede, e, assecondandolo, lo conduce verso la filosofia. La sua prima domanda riguarda la competenza di Ione: «Sei straordinariamente bravo solo su Omero, o anche su Esiodo e Archiloco?»
Ione risponde di essere specializzato in Omero, ma ammette di essere ugualmente competente anche su Esiodo, quando i due poeti dicono le stesse cose (531a).
Che succede però - chiede Socrate - quando i due poeti sono in disaccordo, come avviene, per esempio, fra Omero ed Esiodo in merito all'arte divinatoria? In questo caso, un esperto di quest'arte non sarebbe in grado di esporre i punti di accordo e di dissenso fra i due meglio di quanto farebbe un poeta? Ione lo ammette (531b). Ma allora, com'è possibile essere esperti soltanto di Omero? Omero non si occupa di temi diversi rispetto agli altri poeti: parla di guerre e di relazioni fra uomini e dei, di eventi celesti e dell'Ade, e della genesi di dei ed eroi (531c). Se la poesia ha un contenuto cognitivo, esso deve valere indipendentemente dall'individualità del poeta che lo tramanda.
Socrate ha applicato alla poesia il modello della techne. Ione ha accettato di essere trattato come esperto in una disciplina tecnico-scientifica settoriale - anche perché in una cultura a oralità primaria il poeta svolge effettivamente una funzione enciclopedica - e dunque non può sottrarsi all'onere di spiegare la sua competenza. 3
Ione. Testo greco presso il Perseus Project.
[ 2 ] La corporazione degli Omeridi, che aveva sede a Chio, patria di Omero, era considerata, per la sua specializzazione omerica, il punto di riferimento di tutti i rapsodi.
[ 3 ] Come ha osservato G. Cambiano (Platone e le tecniche, Roma-Bari, Laterza, 1991, pp. 61-84) se una tecnica si definisce delimitandone la competenza, non si può usare un criterio comparativo come il "meglio", che presuppone una conoscenza non settoriale e su un oggetto specifico, bensì universale.
Lo Ione di Platone
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Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/ione