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"Accademia" era il nome dell'istituzione fondata da Platone intorno al 378 a.C. ad Atene, nei pressi di un bosco sacro all'eroe Academo. L'Accademia era una scuola e una comunità di studi secondo lo stile antico per il quale la filosofia non era una dottrina, bensì un modo di vita connesso a un discorso giustificativo. 74 L'Accademia di Atene, rifondata dopo una lunga interruzione, fu chiusa nel 529 d.C. dall'imperatore bizantino Giustiniano, che la considerava una roccaforte del pensiero pagano.
A partire dal Rinascimento, in concomitanza con il diffondersi dell'Umanesimo e l'invenzione della stampa a caratteri mobili, si chiamarono accademie, in omaggio a quella platonica, delle associazioni, inizialmente informali, di studiosi di varia estrazione uniti da interessi comuni, ed esterne rispetto al monastero e all'università, luoghi tradizionali della cultura medioevale.
Le prime accademie si svilupparono nel paese in cui fiorì l'Umanesimo, l'Italia. Per esempio, l'Accademia della Crusca, nata a Firenze da un gruppo di amici che si ribattezzarono "brigata dei crusconi", si strutturò poi ufficialmente con lo scopo di presidiare la lingua volgare, separando, per così dire, il fior di farina dalla crusca. Alla Crusca si deve il primo vocabolario della lingua italiana, consultabile qui, la cui stampa fu finanziata, in mancanza dell'appoggio mediceo, con un sistema di sottoscrizione basato sulla raccolta di piccoli contributi di autori e lettori, simile all'attuale crowdfunding. 75 Tipicamente, però, le accademie erano sostenute da aristocratici mecenati che volevano promuovere il proprio prestigio, imitati successivamente dai monarchi, anch'essi interessati a offrire il loro patrocinio e il loro controllo per non essere da meno dei nobili di rango inferiore.
L'accademia scientifica più antica, quella dei Lincei, fu fondata a Roma nel 1603 e annoverò fra i suoi soci Galileo Galilei, offrendogli un appoggio editoriale e politico che gli consentì di resistere, almeno temporaneamente, alla pressione della Chiesa.
Coloro che si associano nelle prime Accademie intendono proteggersi soprattutto da due cose: la politica e l’invadenza delle teologie e delle Chiese. I Lincei «hanno per costituzion particolare sbandita da’ loro studii ogni controversia fuor che naturale e matematica, e rimosse le cose politiche». A tutti i membri della Società – recita un testo della Royal Society – «si chiede un modo di parlare discreto, nudo, naturale, significati chiari, una preferenza per il linguaggio degli artigiani e dei mercanti piuttosto che per quello dei filosofi» (Sprat, 1667: 113).
Ci sono alcuni punti che, a proposito delle Accademie e delle Società scientifiche, vanno sottolineati con forza: l’esistenza di riunioni fra dotti, l’esistenza di particolari regole di comportamento per quelle riunioni, l’assunzione di un atteggiamento critico verso le affermazioni di chiunque come norma principale del comportamento. La verità non è legata alla autorevolezza della persona che la enuncia, ma solo alla evidenza degli esperimenti e alla forza delle dimostrazioni. 76
Anche a causa della situazione italiana, l'accademia più importante per la storia della scienza non fu quella dei Lincei, che decadde rapidamente dopo la morte del suo fondatore, bensì la Royal Society di Londra, presso la quale si sviluppò la prima rivista scientifica moderna, le Philosophical Transactions of the Royal Society. Anch'essa era nata da un gruppo informale, l'invisible college, che nel 1663 aveva ricevuto il riconoscimento del re Carlo II.
L'accademia, offrendo un "registro sociale e pubblico dell'innovazione scientifica", permetteva una discussione più libera e aperta di quella possibile nelle università, nei monasteri e nelle scuole ecclesiastiche, ancorché riservata soltanto ai suoi membri e vincolata da una prudente deferenza nei confronti del potere politico. 77 In generale, questa libertà circoscritta e relativa andò di pari passo con la limitazione della libertà delle università, che, alla fine dell'età moderna, si limitavano a conferire titoli di studio e una qualche forma di riconoscimento sociale, senza introdurre gli studenti alla vita del sapere. 78
[ 74 ] Pierre Hadot, Qu'est-ce que c'est la philosophie antique?, Paris, Gallimard, 1995, p.18 (trad. it. di E. Giovannelli, Che cos'è la filosofia antica?, Torino, Einaudi, 1998, p.5).
[ 75 ] John Willinsky, The Intellectual Properties of Learning A Prehistory from Saint Jerome to John Locke. Chicago, University of Chicago Press, 2018, IX, p. 6 o 213 (nel testo definitivo ad accesso chiuso).
[ 77 ] Perfino la pratica della revisione paritaria, molto prima di essere trattata come una garanzia della qualità scientifica (Alex Csiszar, «Peer review: Troubled from the start», «Nature», 19 April 2016) affonda la sue radici nella censura assolutistica sulla stampa (Mario Biagioli, «From Book Censorship to Academic Peer Review», Emergences, 12,1, 2002);
Wilhelm von Humboldt: un frammento di università
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at https://btfp.sp.unipi.it/dida/humboldt