Tetradrakmaton

Il Fedone di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
btfp

Composizione e semplicità (78b-80d)

Socrate propone un argomento il cui scopo è dimostrare che l'anima non appartiene all'ambito di quanto è soggetto a dispersione.

I. Semplice e composto

  1. Le cose composte, per natura o per costruzione, sono esposte al rischio di decomporsi riducendosi alle proprie parti componenti.

  2. Pertanto i composti sono sempre mutevoli, mentre le cose che rimangono sempre le stesse e non cambiano devono essere semplici (asyntheta) (78c).

II. Invisibile e visibile

  1. L'essenza o ousia della quale siamo soliti logon didonai tramite domande e risposte è costante e invariabile. Paradigmi ideali come l'uguale in sé, il bello in sé e in generale tutto ciò che è in se stesso non possono essere soggetti a cambiamento (78d).

  2. Invece i molti uomini, cavalli o abiti che si dicono uguali e belli non sono per nulla costanti (78e).

  3. Questi tipi di oggetti si percepiscono con i sensi; le idee invece si raggiungono con il ragionamento dell'intelletto (dianoia).

  4. Ci sono dunque due specie: l'invisibile, costante, e il visibile, incostante (79a).

III. Anima e corpo

  1. Dell'anima e del corpo, che compongono l'uomo, l'anima è più affine all'invisibile, il corpo al visibile (79b).

  2. Quando l'anima fa ricerca tramite il corpo, cioè tramite i sensi, è trascinata da essi verso cose incostanti e barcolla confusa come se fosse ubriaca (79c).

  3. Ma quando l'anima fa ricerca da sé si orienta verso l'ambito del puro, del perenne, dell'immortale, dell'immutabile, e, essendogli congenere, smette di vagabondare. Questa condizione si chiama phronesis o intelligenza (79d).

  4. L'anima dunque è più affine all'immutabile; il corpo è più affine al mutevole (79e).

IV. Gerarchia di anima e corpo

  1. Quando anima e corpo sono insieme, alla prima la natura prescrive di governare e dominare, al secondo di servire ed essere governato.

  2. Se il divino per natura governa e il mortale serve, l'anima è affine al divino e il corpo al mortale (80a).

  3. L'anima, dunque, somiglia di più al divino, all'immortale, all'intelligibile, all'uniforme, all'indissolubile; il corpo all'umano, al mortale, al multiforme, all'inintelligibile, al dissolubile, al mutevole (80b).

V. Permanenza e impermanenza

  1. La differenza fra anima e corpo fa sì che la prima sia indissolubile e il secondo no (80b).

  2. La dissoluzione del corpo dopo la morte non avviene allo stesso modo per tutte le sue parti; vi sono anzi tecniche, come la mummificazione praticata in Egitto, che permettono di conservarne parti per molto tempo (80c).

  3. A maggior ragione l'anima, invisibile e intelligibile, non si disperderà ma ascenderà verso il regno intelligibile della divinità (80d).

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