![]() |
Il Fedone di Platone |
![]() btfp |
Echecrate chiede a Fedone se ha del tempo libero (scholé) per raccontargli dettagliatamente la fine di Socrate. L'amico lo accontenta volentieri: gli è sempre dolce ricordare Socrate (58d).
Echecrate e Fedone dedicano dunque il loro tempo libero alla memoria di Socrate. Le parole "scholé" e "memoria", a prima vista banali, ricevono un senso filosofico tramite le connessioni con altri dialoghi di Platone.
Fedone - la sua narrazione comincia così - era stupito, perché non provava pietà: Socrate sembrava felice (eudaimon) negli atteggiamenti e nei discorsi, andando incontro alla morte nobilmente e senza paura, come sostenuto da un destino divino (theia moira) (58e). 3
Facendo così, come di consueto, filosofia con Socrate, gli astanti provavano a un tempo piacere e dolore (59e). Erano presenti, fra gli ateniesi, Apollodoro, il narratore del Simposio, particolarmente turbato, Critobulo e suo padre, Critone, Ermogene, Epigene, Ctesippo di Peania, Menesseno e altri ancora. Platone, però, mancava perché era ammalato (59b-c). Fra i forestieri c'erano Simmia e Cebete di Tebe, allievi del pitagorico Filolao divenuti seguaci di Socrate, Euclide e Terpsione di Megara. 4
L'assenza di Platone - la cui presenza è invece ricordata nell'Apologia (38b) - suggerisce che l'opera sia un'intrapresa molto più speculativa che storica.
[ 3 ] La theia moira è quanto nello Ione causa l'ispirazione dei poeti e nel Menone spiega la virtù di coloro che posseggono opinioni corrette senza avere scienza: in entrambi i testi ha la funzione di giustificare la presenza di qualcosa che è al di là della consapevolezza razionale.
[ 4 ] Su richiesta di Echecrate, viene anche menzionata l'assenza di Aristippo e Cleombroto.
Il Fedone di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/fedone