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Il Carmide di Platone |
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Se riconosciamo che la sophrosyne è una scienza vuota e dunque inutile, le nostre conclusioni, spiega Socrate, risultano difformi dalle assunzioni iniziali dell'indagine. Se con questa virtù sapessimo che cosa sappiamo e che cosa ignoriamo, e fossimo in grado di individuare chi è competente e chi non lo è, vivremmo una vita senza errori (171d). Infatti, non faremmo niente di quello che ignoriamo, ci affideremmo agli esperti, e non permetteremmo a nessuno di quelli che noi governiamo di occuparsi di cose che non conosce (171e). Con la sua guida, tutto sarebbe ben amministrato e la città sarebbe meglio governata (172e).
Queste parole richiamano al lettore sia il suo intellettualismo etico, sia la divisione tecnica del lavoro che è il principio di governo della Repubblica: Socrate, però, qui le usa per introdurre il suo fallimento: questa superscienza non si può trovare da nessuna parte (172a).
Socrate propone una definizione riduttiva di sophrosyne come conoscenza di scienza e di ignoranza: chi ne è dotato impara più facilmente e tutto gli apparirà più chiaro perché accompagnato dalla visione della scienza (172b). Ma anche questa soluzione non lo soddisfa.
Il Carmide di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/carmide