Tetradrakmaton

Il Carmide di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
btfp

Un tiranno, da giovane (153d-155b)

Dopo aver discusso di Potidea, Socrate chiede ai suoi interlocutori della situazione ateniese, delle novità della filosofia e se ci siano nuovi giovani che si distinguano per sapienza e bellezza (153d). Crizia guarda verso la porta: sta arrivando giusto il più bello, preceduto da una corte litigiosa di precursori e ammiratori (erastai). È il suo cugino Carmide (154a). 2 Genealogia di Platone

Socrate dice di essere come una cordicella bianca su una pietra altrettanto bianca: tutti gli adolescenti gli appaiono belli ed è dunque incapace di misurarne la bellezza (154b). 3 La grazia di Carmide è però tale da far innamorare tutti i presenti, sia fra i suoi coetanei, sia fra i più adulti (154c). Tutti convengono con Cherefonte che il ragazzo è meraviglioso tanto nel viso, quanto nella forma. Bisogna però considerare - osserva Socrate - un'altra piccola cosa (154d): è altrettanto bello nell'anima, come si addice alla casata di Crizia?

Crizia assicura che Carmide è kalos kagathos anche nell'anima. Socrate chiede di potersene sincerare tramite il dialegesthai con lui (154e). 4 Crizia pensa che il ragazzo accetterà di buon grado, perché ama il sapere (è philosophos) ed è anche un po' poeta.

Questo è, risponde Socrate, un dono innato della sua famiglia, imparentata con Solone. Non sarà dunque sconveniente discutere con lui, in presenza di Crizia, suo cugino e tutore (155a). Crizia manda lo schiavo che lo accompagna a chiamare Carmide, per presentargli Socrate come un medico in grado di curare il suo mal di testa (155b).

Carmide, che il dialogo rappresenta come un adolescente bellissimo, nel 404 prese le parti del regime sanguinario dei Trenta Tiranni e morì con Crizia combattendo a Munichia, per difendere il suo potere contro gli esuli democratici, guidati da Trasibulo.

Nella conversazione iniziale c'è dunque un sottotesto: Platone usa il confronto con Socrate per mettere in discussione la sua famiglia aristocratica, con la sua tradizione politica e i suoi talenti ereditari. Com'è l'anima di Carmide? È in grado di resistere all'esame socratico? È capace di ragionare?

Per rispondere a queste domande, Socrate si fa passare per un medico, un tecnico della cura del corpo, mentre il suo interesse è l'anima. A prendere sul serio la classificazione delle technai presentata nel Gorgia, la giustizia fa per l'anima quanto la medicina compie per il corpo: se, dunque, l'oggetto d'indagine è l'anima, la domanda celata in questa interazione apparentemente oziosa riguarda la giustizia del futuro tiranno.

Letture consigliate



[ 2 ] Carmide, figlio di Glaucone e fratello di Perittione, madre di Platone, era dunque il suo zio materno. Nella VII lettera Platone spiega quanto fosse vicino, per i suoi legami familiari, ad alcuni dei Trenta Tiranni.

[ 3 ] Questa osservazione, letta in combinato disposto con la progressione del Simposio dal concreto all'astratto e dal particolare all'universale, potrebbe indicare che l'interesse di Socrate, pur insistendo in apparenza su quel ragazzo particolare, è in realtà già ben oltre.

[ 4 ] Il verbo può significare semplicemente "conversare"; nei dialoghi della maturità, però, è connesso alla dialettica, cioè al metodo specifico della filosofia di Platone.

Creative Commons License

Il Carmide di Platone by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/carmide