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La Repubblica di Platone |
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Il decimo libro riprende un altro tema già trattato in precedenza, e cioè la questione del valore della virtù per l'anima - valore che Socrate non tenta di dimostrare nella prospettiva del breve arco della vita mortale, bensì in quella di «tutto il tempo». Un'entità immortale, come è per Socrate l'anima, si deve infatti misurare sull'orizzonte dell'eternità (608c).
La dimostrazione dell'immortalità dell'anima si fonda sulla risposta affermativa di Glaucone a questa domanda: «C'è qualcosa che tu chiami bene e male»? (608d) Il male è qualcosa che manda in rovina e corrompe, il bene è qualcosa che conserva e giova. Ogni cosa ha un suo bene e un suo male caratteristico: la ruggine per il ferro, la malattia per il corpo, il marcire per il legno, e così via. Quando a una cosa capita il suo male caratteristico, esso la rende cattiva, la corrompe e finisce per dissolverla. Se, però, fra le cose che sono, troviamo qualcosa che ha un suo male, e questo male è in grado di renderla cattiva, ma non di distruggerla, allora questa cosa può essere pensata come indistruttibile (609a ss).
L'anima è resa cattiva dall'ingiustizia, dalla dissolutezza, dalla viltà e dall'ignoranza. Ma questi mali non la corrompono né la consumano. D'altra parte, la morte è un male specifico del corpo, che non può trasmettersi all'anima. Se così non fosse, infatti, si dovrebbe dire che le anime dei defunti, per il solo fatto di appartenere a corpi morti, diventano per ciò stesso malvagie e ingiuste. L'anima, dunque, non perisce per nessun male, né proprio, né estraneo, e può dunque essere pensata come una sostanza semplice immortale, il cui carattere di fondo è l'amore per la conoscenza o filosofia (610b ss)
Che valore dare a questa dimostrazione? Se interpretiamo l'anima come ragione pratica e teoretica, il senso del discorso di Socrate risulta chiarissimo, al di là della metafisica: non lo spazio breve e contingente della storia degli individui e delle culture, ma solo l'universalità e l'eternità possono essere la misura ideale del sapere. Chi si interroga sul giusto e sul vero - pur rimanendo nella storia - deve presupporre questo orizzonte almeno come possibile.
...Non bisogna vedere quale [l'anima] sia in verità come la vediamo ora, guastata dalla comunione col corpo e da altri mali, ma si deve esaminare adeguatamente col ragionamento qual è una volta divenuta pura; il ragionamento la troverà molto più bella e ne distinguerà più chiaramente i tipi di giustizia e di ingiustizia e tutto ciò di cui abbiamo ora discorso. Ora, però, abbiamo detto il vero su come appare al presente: l'abbiamo vista nello stato paragonabile a quello di chi guarda il Glauco marino senza più scorgerne tanto facilmente la natura antica, perché le vecchie parti del suo corpo sono state le une spezzate, le altre corrose e completamente rovinate dai flutti, e con ulteriori escrescenze di conchiglie, alghe e sassi, così da somigliare più a una bestia che a quel che era per natura. In questo stato vediamo anche l'anima, a causa di miriadi di mali. Ma è lì, Glaucone, che si deve fissare lo sguardo.-
- Dove? - chiese
- Al suo amore di sapere (philosophia), e occorre comprendere a che cosa si dà e quali compagnie desidera, essendo congenere del divino, dell'immortale e di ciò che è per sempre, e come potrebbe diventare se lo perseguisse tutta... (611b-e)
La tradizione mitica narrava di un pescatore di nome Glauco, il quale mangiò il fiore di una pianta miracolosa che conferiva l'immortalità, saltò in mare e divenne un dio marino. Platone usa questa immagine per suggerire che l'anima è immortale non nelle accidentalità storiche e individuali che la rivestono e la occultano, 72 bensì in quanto philosophia: è l'amore per il sapere che ci deve indurre a considerare l'eternità come orizzonte del pensiero, perché la verità scientifica, se è tale, non può essere pensata come relativa e contingente.
La Repubblica 608c-614a.
La Repubblica di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/resp