Ma in cielo forse ne esiste un esemplare [paradeigma] per chi voglia vederla, e vedutala fondare se stesso. Non fa nulla del resto se ci sia o ci sarà da qualche parte, perché solo di questa [l'uomo giusto] si curerebbe, e di nessun'altra (592b).
![]() |
La Repubblica di Platone |
![]() btfp |
Tutto questo non ha ancora dimostrato perché per l'anima sia importante essere giusta e non semplicemente apparire tale. A questo scopo Socrate propone un'immagine dell'anima che si compone:
per la parte maggiore, di un mostro multicolore (poikilos) e policefalo, con molte teste di animali selvatici e domestici, capace di trasformarsi
per la parte intermedia, di un leone
per la parte minore, di un essere umano
Queste tre creature sono racchiuse entro qualcosa che, visto dall'esterno, appare come un uomo (588b-e).
Questa immagine ci fa capire che chi pensa l'ìngiustizia come vantaggiosa, crede che sia utile, per la propria anima, indebolire e affamare l'uomo interiore, in modo che le altre due parti abbiano il comando, e che convenga lasciare le due creature animali alla loro conflittualità. Chi invece la ritiene svantaggiosa farà in modo che l'uomo interiore sia il più forte, riesca ad allearsi con il leone e si prenda cura del mostro variopinto in modo tale che le parti della sua anima cooperino fra loro (589a-b).
In generale, per tutti è preferibile essere governati da un reggitore divino e saggio, che può essere interno alla nostra anima, quando l'uomo interiore riesce a governarla, oppure esterno, quando l'uomo interiore è debole 68 (590d-e). Lo mostra anche il governo dei bambini, cui non permettiamo di essere liberi finché, coltivando la loro parte migliore, non si siano organizzati in una costituzione come in una polis e non abbiamo insediato in loro un costude e governatore simile a noi (591a)
La ripetizione dell'immagine dell'uomo, come involucro complessivo esterno e come principio interno all'anima, serve per dirci che la razionalità e la coerenza o unità della persona non sono un dato naturale o metafisico, ma sono frutto di una costruzione e di un impegno morale e intellettuale. Un discorso analogo si può fare anche per la città, che si fonda su un ideale di moralità dei singoli, in modo tale che le doti di ciascuno possano distribuirsi a tutti. Questa città - obietta però Glaucone - esiste solo nei discorsi. Socrate gli risponde così:
Ma in cielo forse ne esiste un esemplare [paradeigma] per chi voglia vederla, e vedutala fondare se stesso. Non fa nulla del resto se ci sia o ci sarà da qualche parte, perché solo di questa [l'uomo giusto] si curerebbe, e di nessun'altra (592b).
Socrate aveva già detto altrove che la giustizia politica è solo un simulacro della vera giustizia, che è quella dell'anima. La conclusione del nono libro, però, suggerisce addirittura che l'ordine esteriore progettato nella Repubblica possa essere soltanto provvisorio, finché ciascuno non avrà raggiunto la capacità di governare se stesso. Che la politica, in altra parole, sia connessa esclusivamente ad una condizione di minorità.
La Repubblica 588b-592b.
[ 68 ] L'immagine è semplicemente una applicazione del principio platonico per il quale la giustizia per il singolo ha lo stesso significato della giustizia per la città.
La Repubblica di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/resp