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La Repubblica di Platone |
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La giustizia di Platone si estende anche al di là della città, ma non oltre i confini della Grecia.
A me pare che, come ci sono questi due nomi, polemos (guerra) e stasis, così ci sono anche due cose, in due conflitti diversi. Intendo per queste due cose da una parte il familiare e il congenere, dall'altra l'alieno e l'estraneo. Si usa quindi la denominazione stasis quando c'è inimicizia col familiare, e polemos quando c'è inimicizia con l'alieno (470b).
La guerra fra greci è per Platone una situazione patologica: viene infatti denominata stasis, o lotta intestina. Per sanare una situazione patologica, occorrono regole di giustizia: gli altri greci, a seguito di un conflitto, non devono essere fatti schiavi, né devono essere devastate le loro terre e case; inoltre, non devono essere considerate nemiche le città nel loro complesso, ma i pochi responsabili del conflitto (471a). Il polemos vero e proprio deve essere riservato ai barbaroi, cioè agli stranieri non greci, intesi come radicalmente alieni (470c).
Platone, come gli altri greci suoi contemporanei, non aveva un concetto universale dell'umanità; per questo i barbari vengono lasciati fuori dalla giustizia. Da Leggi 683a, capiamo che la differenza fra Greci e barbari è politica, nel senso che solo i Greci sanno governare se stessi nella polis: se Sparta ed Atene non si fossero accordate per resistere alla minaccia persiana, ora anche i Greci sarebbero mescolati fra loro e con i barbari, come i popoli che vengono tiranneggiati dai Persiani.
In ogni caso la posizione di Platone, ancorché limitata, è chiara: i conflitti internazionali che vogliono essere regolati dalla giustizia non possono valersi degli stessi metodi della guerra.
La Repubblica 469c-471a.
La Repubblica di Platone
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Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/resp