Tetradrakmaton

La Repubblica di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
btfp

Le istituzioni di una comunità totale

Nel terzo libro della Repubblica si mescolano considerazioni politiche, pedagogiche, culturali, sociologiche e morali. Così Socrate dedica la sua attenzione alla musica nel senso, stretto, del canto e della melodia, chiedendosi quali armonie e quali ritmi si addicono ai custodi (398c ss). I poeti antichi, infatti, cantavano, accompagnandosi con uno strumento, non soltanto per riuscire più gradevoli, ma per imprimere delle nozioni nella mente degli ascoltatori. Armonia e ritmo devono dunque far parte del progetto educativo, in quanto rendono più facile il ricordo, perché fanno sì che l'apprendimento mnemonico coinvolga tutto il corpo e si leghi ad automatismi contemporanemente psichici e fisici.

Socrate tratta anche il tema del rapporto omoerotico fra amante ed amato, cioè fra un uomo più anziano e un ragazzo, che veniva giustificato, come una istituzione educativa. L'eros veniva tradizionalmente visto come una mania (follia) e non ricadeva nell'ambito della morale, se non per quanto concerneva il controllo patriarcale sulle donne, e i rapporti "romantici" con ragazzi figli di cittadini. Socrate, di contro, propone un modello di eros, che consiste nell'amare 24 ciò che è armonioso e bello in una maniera temperata e "musicale"; l'abbandono al piacere deve essere bandito (402e ss).

Dopo essersi occupato dall'educazione dell'anima, Socrate si occupa di quella del corpo, che è oggetto della ginnastica e della medicina. Anche questo ramo dell'educazione ha di mira la sophrosyne, che qui è il controllo del proprio corpo tramite l'esercizio e la capacità di comportarsi responsabilmente, in modo da rivolgersi al medico solo perché si è malati e si può e si vuole guarire (403d ss). Socrate paragona l’eccessivo ricorrere al giudice all’eccessivo ricorrere al medico, per incapacità di mantenere da sé un regime di vita corretto. Con una educazione appropriata, infatti, il ricorso al giudice sarebbe superfluo: i cittadini avrebbero le idee molto chiare sulla giustizia, che sarebbe una giustizia loro propria e non aliena, perché costruita in seno al progetto pedagogico comune della città.

Non ti pare brutto e grave segno di incultura (apaideusìa) l’essere necessitati a servirsi di un giusto importato da altri, come padroni e giudici, per insufficienza del proprio? (405b)

Platone parla di politica in un orizzonte più ampio di quello istituzionale, perché adotta la prospettiva, propria della polis antica, della comunità totale. Questo gli rende possibile sottoporre le istituzioni giuridiche esistenti ad un critica direttamente etica e culturale, ma vincola il suo argomento ai limiti, anche fisici, della città antica, le cui dimensioni non possono andare oltre al punto in cui, crescendo, non voglia più essere una (424b). In una piccola repubblica, fondata sull’autogoverno diretto, collettivo e individuale, le decisioni delegate possono essere viste come una rinuncia all’autonomia, e non come un elemento inevitabile del meccanismo che governa il funzionamento di istituzioni, in città ormai troppo grandi perché il governo sia direttamente controllabile dai cittadini.

In ogni caso, se interpretiamo il 405b in un senso esclusivamente etico e culturale, otteniamo una critica al positivismo giuridico non tanto come dottrina del diritto, quanto nella prospettiva delle conseguenze culturali della riduzione della giustizia a una raccolta di nozioni giuridiche o giuridico-costituzionali, appannaggio di un gruppo di specialisti. Una giustizia che i cittadini non possono o non vogliono fare propria, affidandola al controllo di una categoria ristretta di persone, non può essere la giustizia di una città di uomini liberi.

Bibliografia e URL rilevanti

Platone. La Repubblica 398c-412b.



[ 24 ] Significativamente, Platone usa il verbo philein, che designa non la passione travolgente dell'eros, bensì l'affezione disinteressata della philia.

Creative Commons License

La Repubblica di Platone by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/resp