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La Repubblica di Platone |
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Platone nel Menone criticava la democrazia come prodotto casuale delle opinioni di cittadini che non sapevano quello che facevano, e accennava soltanto all'ipotesi di un politico dotato di scienza, capace di formare altri politici. Questa ipotesi viene esplorata, con radicalità, 5 nella Repubblica. Leggere Platone può essere utile per interrogarci sul modo in cui conciliare l'autorità della scienza, la libertà della ricerca e la coercizione della politica. La tesi centrale della Repubblica è la subordinazione della politica alla filosofia. Platone tenta di produrre una legittimazione del potere fondata sull'autorità della conoscenza, e sulla base di questa legittimazione presenta il suo progetto politico. Chi vuole contestare questo progetto può seguire la via difficile di prendere le mosse dalla filosofia, riconoscendo, quindi, l'autorità della conoscenza come fonte di legittimazione politica, oppure può scegliere la via, più facile, di attaccarlo esclusivamente in ambito politico, come hanno fatto molti pensatori della guerra fredda. Ma se la filosofia e la politica sono su due piani radicalmente differenti, e se la prima non ha giurisdizione sulla seconda, allora le istituzioni politiche devono essere pensate come espressione di poteri e di opinioni non formalizzabili e non legittimabili teoreticamente. Questi poteri e queste opinioni possono anche essere – o essere state – “umanitarie” e democratiche, ma, se sono indipendenti dalla teoria, sono o sono state tali solo per un felice accidente della storia, e non in virtù della loro struttura e delle loro giustificazione. 6
Aristotele, nel primo libro della Politica (1252a), scrive che l'oikos (che nell'antichità era qualcosa di simile a una azienda su base familiare) e la polis differiscono non per le loro dimensioni, secondo il grado, ma secondo la specie, anche se l'oikos sta in rapporto alla polis come la parte all'intero. Platone, che politicizza la famiglia e comincia la sua discussione sulla giustizia proprio con degli homines oeconomici come Cefalo e Polemarco, ragiona in modo molto diverso: le organizzazioni umane sono tutte politiche. Per quanto la posizione di Aristotele sia più vicina al nostro buon senso, Platone ci può aiutare ad orientarci in un mondo nel quale ad avere effetto sulle nostre vite sono spesso assai di più le scelte - palesi od occulte - delle grandi aziende piuttosto che quelle degli enti propriamente "politici".
[ 5 ] Al punto che nel secolo scorso molti lo hanno accusato di totalitarismo.
[ 6 ] E. Unger, «Contemporary Anti-Platonism», ora in R. Bambrough (ed.) Plato, Popper and Politics, Cambridge, Heffer, pp. 91-107.
La Repubblica di Platone
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