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Il Menone di Platone |
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Copyright © 2005 Maria Chiara Pievatolo
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05-06-2015
Il dialogo Menone sembra posto a metà strada fra le opere platoniche giovanili e quelle della maturità. E' infatti strutturalmente simile ai dialoghi del primo periodo, per la sua conclusione aporetica, ma presenta aspetti tipici dei dialoghi della maturità, come la teoria dell'anamnesis, il metodo ipotetico e l'attenzione per la matematica 1 .
L'interlocutore principale di Socrate è Menone, un giovane aristocratico tessalo allievo del sofista Gorgia. Senofonte, nella sua Anabasi, descrive Menone - che fu uno degli strateghi a capo della sfortunato esercito di mercenari greci assoldato da Ciro il giovane per combattere contro suo fratello, l'imperatore persiano Artaserse - in modo poco lusinghiero.
Menone, nato in Tessaglia, aveva un'unica mira, diventar ricco ad ogni costo, e agiva in questa direzione in modo sfacciato; se aspirava al comando, era unicamente per poter accumulare maggiori ricchezze. Anche gli onori che attirava su di sé dovevano servire come fonti di guadagno; era sempre pronto a passare dalla parte del più forte, per non dover rendere conto delle sue malefatte. Conosceva un'unica via per riuscire nelle imprese, la più breve, come diceva lui, quella di giurare il falso, di mentire, di ingannare; essere candido e veritiero equivaleva per lui ad essere stupido. Si vedeva che non nutriva affetto per nessuno; mentre si professava amico di uno, sotto sotto lo stava abbindolando. I nemici non li scherniva mai, ma con quelli che gli erano vicini era ingiurioso e pesante, Non metteva mai gli occhi sui beni dei nemici - non vale la pena tentare di prendere la roba a chi è pronto a difenderla -, invece conosceva bene l'arte di appropriarsi dei beni che gli amici, per un senso di fiducia, non gli tenevano sotto chiave. Si guardava da chi, come lui, sapeva giurare il falso ed essere crudele, come da persona pericolosa, ma faceva tutti i comodo suoi con gli individui che professavano religiosità, amore di verità, rettitudine. Menone si vantava di darla a intendere agli amici, di saperli ingannare e coprire di disprezzo, come se si trattasse di gloriarsi di essere pio, giusto, veritiero; chi non agiva con astuzia era per lui uno che non sapeva vivere. Se voleva giocare a uno il posto di amico del cuore di una persona altolocata, sapeva lui la strada per riuscirci subito: calunniarlo. Per farsi obbidire dai soldati si ingegnava a prestare una mano nelle loro malefatte, anzi, più li superava nel compiere soprusi, più credeva di essere temuto e ubbidito da loro. Rinfacciava ai disertori la mancanza di riconoscenza per non aver dovuto lamentare danni alla persona durante la permanenza presso di lui. Quanto alla sua vita intima, è possibile che si divulghino anche false dicerie: ma i seguenti episodi sono a conoscenza di tutti. Ottenne da Aristippo il comando degli stranieri perché era un bel giovane. Sempre perché era un giovane grazioso divenne molto intimo anche di un barbaro, Arieo, al quale piacevano i bei ragazzi. Poi la passione prese pure lui, e, ancora imberbe, ebbe un amante, già provvisto di barba, Taripa. Al momento dell'esecuzione degli strateghi che avevano condotto con Ciro la guerra contro il re [Artaserse], egli fu risparmiato, benché fosse implicato con gli altri nella spedizione. Anche se condannato a morte dal re, non fu ammazzato come gli altri, ma, a differenza di Clearco e dei suoi colleghi che chiusero la vita sotto i colpi della mannaia, con un genere di morte cioè che pare almeno essere il più spiccio, egli subì un anno di tormenti e poi finì come un delinquente comune. 2
Non sappiamo se Platone fosse a conoscenza di questa testimonianza di Senofonte. Dobbiamo tuttavia chiederci perché Platone, in un dialogo dedicato all'insegnamento dell'eccellenza, abbia evitato di confrontarsi direttamente con il maestro, Gorgia, e abbia preferito esaminare un suo allievo non particolarmente brillante e con un reputazione non molto limpida.
Menone. (traduzione inglese, presso il Perseus Project).
Menone. (originale greco presso il Perseus Project).
[ 1 ] L'antichità ci ha tramandato un ricco corpus di dialoghi platonici, nonché alcune lettere. Da Diogene Laerzio e altri sappiamo che le Leggi sono l'ultimo dialogo di Platone. La distanza temporale fra i vari dialoghi viene misurata usando come termine di confronto lo stile delle Leggi; inoltre i rimandi interni fra i vari dialoghi permettono di capire, in alcuni casi, il loro ordine di apparizione. Questi criteri hanno prodotto la seguente classificazione:
Il Menone di Platone
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Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/menone