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Il Menone di Platone |
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Socrate prosegue interrogando Menone sui sofisti. Il suo parere merita di essere preso sul serio, perché Menone, a differenza di Anito, ne ha esperienza diretta. Menone testimonia che Gorgia non si professa maestro di virtù, ma mira solo a formare buoni parlatori. (95c)
Socrate allora prende in esame i sapienti tradizionali della cultura orale, e cioè i poeti, nella persona del nobile Teognide. 17 Si analizzano due brani delle sue Elegie i quali, a proposito dell'insegnabilità della virtù, esprimono tesi reciprocamente contraddittorie.
Insieme bevi, insieme mangia, accanto siedi
e sii gradito a chi abbia grande potenza:
da chi valoroso sia, cose di valore apprenderai.
Se invece ai malvagi [kakoi] ti unisci,
pur quel senno [nous] che è in te andrà perduto! (95d-e)
In questa prima citazione, Teognide esorta un giovane di buona famiglia a formarsi evitando di frequentare uomini kakoi (cattivi, di basso rango). Però altrove egli canta:
...mai da virtuoso [agathos] padre verrebbe figlio vizioso [kakos],
se docile fosse ai saggi consigli di lui;
solo che con gl’insegnamenti
mai di un malvagio [kakos] farai un virtuoso [agathos]. (96a)
Le contraddizioni di Teognide sono dovute sia al carattere orale della sua comunicazione, sia alla duplicità della parola agathos, la quale indica sia un ideale da raggiungere, sia un rango che si possiede per nascita. Il vaglio della nuova analisi concettuale le fa emergere con grande evidenza. Ma gente così sconvolta - afferma Socrate - non può essere maestra di nulla. (96b) Dobbiamo dunque concludere che l'areté - o almeno quella areté che politici, sofisti e poeti pretendono di insegnare - non può venir trasmessa, cioè offerta alla ricezione consapevole e critica di un discente. Non la possono infatti trasmettere i sofisti, perché essi si occupano solo di una forma di eccellenza tecnica; nè la sa trasmettere la tradizione - aristocratica o democratica che sia - perché è priva degli strumenti concettuali che sono alla base della possibilità di una interazione critica.
[ 17 ] Teognide fiorì fra il VI e il V secolo; la sua opera, diffusa oralmente, ebbe un notevole successo nei circoli aristocratici di Atene, testimonia il disagio di una generazione minacciata dalla crescente pressione delle masse popolari. Ritroviamo un Teognide, omonimo del poeta, fra i Trenta Tiranni. Platone non ha scelto questo nome a caso: la sua critica politico-culturale non vuole coinvolgere solo la democrazia, ma anche l'aristocrazia.
Il Menone di Platone
by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/menone