Tetradrakmaton

L'Eutifrone di Platone

Bollettino telematico di filosofia politica
btfp

L'Eutifrone di Platone

Maria Chiara Pievatolo

Questo documento è soggetto a una licenza Creative Commons.

07-04-2016


Indice

Un incontro in cancelleria (2a-3e)

Il dialogo si svolge presso il portico dell'arconte basileus, un magistrato che, nella democrazia ateniese, aveva ereditato le funzioni giudiziarie e religiose tipiche della regalità arcaica. Al suo ruolo sacerdotale si aggiungeva il compito di assegnare i casi ai tribunali popolari dell'Eliea. 1 Chi si recava al suo portico, dunque, poteva farlo o per ricevere la notificazione di un'accusa contro di lui, com'è il caso di Socrate, o per presentare un'accusa contro qualcun altro, com' è il caso di Eutifrone.

Eutifrone è sorpreso di incontrare Socrate in un luogo a lui così poco consueto. 2 Socrate gli spiega di aver ricevuto un'accusa da un tale Meleto, giovane e sconosciuto (2b), il quale, ritenendo che egli corrompa i giovani ed essendo evidentemente sapiente, è corso dalla polis - come si corre dalla mamma - per denunciarlo, in vista di una promettente carriera politica (2c). L'ironia di questa narrazione non solo fa intuire la presenza di persone e fazioni molto più in vista, dietro al giovane accusatore - Meleto agiva per conto dell'importante esponente democratico Anito - ma, soprattutto, abbozza già un critica della morale democratica. Socrate, che sta per essere processato per un reato d'opinione, paragona Meleto a un bambino che corre dalla città come correrebbe dalla mamma, perché non è in grado di difendersi da sé. 3

Eutifrone, senza cogliere l'ironia di Socrate, gli chiede chiarimenti sui capi dell'accusa. Socrate spiega che il suo accusatore lo rappresenta come un poietes (fabbricatore, autore, poeta) di divinità nuove, che non crede in quelle antiche (3b).

La parola poietes non è usata a caso: la religione greca era una religione civica politeistica, i cui contenuti venivano formati e tramandati dal mito e dal canto dei poeti. Socrate è dunque accusato di essere un poeta che propone una teologia alternativa a quella della città: la natura della sua accusa è politica e religiosa a un tempo.

Eutifrone si dichiara solidale con Socrate, interpretando il suo daimonion come se fosse una vera e propria divinità. 4 A Eutifrone, infatti, capita di venir deriso - secondo lui per invidia - quando parla degli dei e fa vaticini in assemblea (3c).

Eutifrone, dunque, è un poeta di innovazioni religiose, il quale ritiene di avere un sapere esclusivo che cerca di far valere in una sede politica come l'assemblea generale dei cittadini (ekklesia). Gli Ateniesi, però, non lo prendono sul serio, trattandolo come un eccentrico del tutto inoffensivo. Perché Socrate, di contro, è considerato così pericoloso da essere messo in stato d'accusa? 5

Gli Ateniesi si irritano non perché qualcuno ha una sua sapienza e la tiene per sé, ma quando questi cerca di rendere gli altri sapienti, cosa che Socrate compie disinteressatamente per amicizia nei confronti degli esseri umani (philanthropia), senza chiedere nessun pagamento (3d), a differenza di quanto facevano i sofisti. Diversamente da Eutifrone, Socrate non ha paura di essere preso in giro (3d) in modo che il suo processo sia celebrato ridendo e scherzando: se però gli Ateniesi faranno sul serio, soltanto gli indovini potranno dire come andrà a finire. Eutifrone è sollecito a vaticinargli - con una profezia clamorosamente sbagliata - che tutto andrà per il meglio (3e).

L'ironia di questo primo scambio di battute è evidente: Socrate, che non ha paura dello scherzo - chi sa distaccarsi dalle proprie opinioni può più facilmente metterle in discussione per rendere il proprio sapere più solido -, è destinato alla morte. Eutifrone, che detesta essere preso in giro, appare immediatamente come un personaggio ridicolo. Gli Ateniesi che temevano Socrate e sbeffeggiano Eutifrone avevano, in un certo senso, ragione: in una democrazia abituata a non contestare l'opinione della maggioranza il sapere politicamente più pericoloso non è quello, racchiuso in barriere proprietarie, che gli individui tengono per sé, ma quello pubblico che diffonde lo spirito del pensiero critico. La democrazia ateniese, che riconosceva la libertà di parola in sede politica era però in difficoltà di fronte alla libertà della sfera culturale.

Testi di riferimento

Platone. Eutifrone. Testo greco presso il Perseus Project.

Platone. Apologia di Socrate. Traduzione italiana di Maria Chiara Pievatolo.



[ 1 ] Inscriptiones Graecae, I.104.

[ 2 ] Il posto in cui era più facile imbattersi in Socrate era il Liceo (2a), un luogo di allenamento e di ritrovo (ginnasio) che prendeva il suo nome dalla sua vicinanza a un boschetto sacro ad Apollo Liceo.

[ 3 ] Una critica simile viene sviluppata per esteso in Repubblica. 405b.

[ 4 ] Anche in questo caso, però, come nell'Apologia, il testo greco non parla di un daimon (sostantivo), bensì di un daimonion (aggettivo neutro sostantivato): non di un demone, dunque, ma di qualcosa di demonico.

[ 5 ] Come nota Franco Chiereghin (Lettura dell'Eutifrone, p. 3) la dimensione pubblica di Socrate emerge chiaramente fin dall'inizio del dialogo: la sua causa è una graphe, in quanto accusato di un delitto contro la città, mentre l'azione giudiziaria di Eutifrone è una dike, cioè una vertenza fra privati (2a-b).

Creative Commons License

L'Eutifrone di Platone by Maria Chiara Pievatolo is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License.
Based on a work at http://btfp.sp.unipi.it/dida/eutifrone